sabato 20 aprile 2013

LE DONNE CHE LEGGONO SONO PERICOLOSE!

Ieri sera, insieme a Grandipepe e a Ermellin ho presentato una conferenza dal titolo "Le donne che leggono sono pericolose"...ecco alcuni spunti su cui riflettere... Se i libri sono sempre stati un pericolo per il loro potere di suscitare il pensiero, di procurare piacere, per la loro capacità di trasportare in mondi lontani, addirittura di far dimenticare spazio e tempo, ci si può facilmente immaginare quanto sia stato lento e tortuoso il cammino per le appassionate di lettura. Sono stati necessari molti secoli, infatti, perché alle donne venisse permesso di leggere ciò che volevano: se prima potevano ricamare, pregare, allevare bambini e cucinare, nel momento in cui hanno capito che grazie alla lettura avrebbero avuto la possibilità di sostituire l'angusto mondo della loro casa con quello sconfinato del pensiero, della fantasia e del sapere, sono in qualche modo diventate una minaccia. Quindi nel corso dei secoli, le donne lettrici hanno sempre fatto paura agli uomini comuni che vedevano nella lettura un modo per la donna di emanciparsi. Così…Le donne sono state lungo la storia “ le piccole mosche bianche” che cadevano nella rete della parola scritta, scrive Dubravka Ugrešic nel suo libro “Vietato leggere”. E lo sono tuttora: ancora oggi cadiamo nella rete delle storie, entusiaste, attente, avide di passione per le parole. Sappiamo ancora innamorarci se qualcuno ci scrive una bella lettera, anzi speriamo, in cuor nostro, che qualcuno ce la scriva perché l’amore vive di parole, chiede di essere scritto a caratteri maiuscoli. “Leggere” nell’antichità, era un dono per pochi. Nella cultura cristiana dedicarsi ai libri svolge una funzione terapeutica: libera dalla corruzione del mondo terreno e apre l’accesso verso la trascendenza( lo si capisce dalla figura di M. Maddalena, peccatrice e penitente , raffigurata spesso nel ruolo di lettrice, dove il libro rappresenta il superamento della vita terrena attraverso il dono della contemplazione. ) era un dono per pochi. Maria è un’importantissima figura femminile bibliofila, ritratta spesso con un libro in mano, a indicare che quell’attività è un comportamento fondamentale del suo essere.( quindi la preghiera la riflessione, il superamento di sé, il riflettere e il meditare le sono propri)...già S. Agostino considerava il non saper leggere come un ostacolo verso Dio. Anche se per noi la lettura silenziosa è cosa ovvia. Non lo era affatto in passato ( es S.Agostino si sorprende di vedere S. Ambrogio leggere in silenzio e lo scrive nelle sue confessioni): la lettura allora era ad alta voce, condivisa… x tutto il Medioevo la lettura era pensare e parlare, era un’azione che nn si svolgeva in privato , ma all’interno di un gruppo sociale e sotto il suo controllo. L’emancipazione della lettura silenziosa da quella condivisa avvenne fra i monaci amanuensi e da loro si allargò alle Università e all’aristocrazia. Solo alla fine del 1600 con il pietismo individuale totalm orientato alla devozione del singolo, la lettura interiore divenne un dovere x ogni credente. Famosa la campagna di alfabetizzazione avvenuta in Svezia attraverso la chiesa luterana: la popolazione nn solo leggeva il catechismo ma anche fascicoletti con elementari norme igieniche che ridussero mortalità infantile. EMANCIPAZIONE :Le donne che a quel tempo imparavano a leggere erano davvero pericolose , poiché la donna capace di leggere non solo acquistava uno spazio di libertà personale, arrivando anche a un certo grado di autostima, ma si crea anche una propria immagine del mondo che non deve necessariamente coincidere con quella legata alla sua estrazione sociale e alla tradizione e neppure con quella dell’uomo..tutto ciò apre uno spiraglio più ampio nella vita della donna. Successivamentwe i giovani intellettuali e le donne benestanti furono i responsabili del successivo radicale mutamento nel modo di leggere: 1) avevano abbondante tempo libero, 2) ricercavano l’esperienza edonistica del piacere della lettura, avidi dell’autostima provocata dalla lettura, ricercavano il piacere della propria commozione, del proprio sentire xchè risvegliava in loro la coscienza di sé.( M.me Bovary di Flaubert ne è un esempio esemplificativo: i libri danno alla Bovary il modello di come dovrebbe essere la sua vita e nel momento in cui nn corrisponde nasce la catastrofe, e lei si impicca come un’eroina delle sue storie di lettura)…indice dei libri proibiti… “Il solo modo di sopportare l’esistenza è di stordirsi nella lettura come in un’orgia perpetua “ Flaubert Nel XX sec il libro è diventato un prodotto di massa . Mai prima di allora c’erano stati così tanti libri a buon mercato. Sarebbe quindi dovuta iniziare un’epoca d’oro della lettura , ma i libri stanno perdendo importanza nei confronti dei giornali, film, radio, pc, tv, ma tuttavia questo vale solo per gli uomini. Le donne non solo leggono di più, ma anche diversamente degli uomini perchè nei libri cercano le risposte alle grandi domande della vita, dissotterriamo i tesori custoditi tra le pagine e li condividiamo; nutriamo gli altri (loro, soprattutto, gli uomini che continuano a temerci tanto) con i cibi più pregiati che abbiamo, amiamo quello che leggiamo così come amiamo coloro che leggono. leggere, come diceva Proust, non fornisce risposte, ma risveglia i desideri e questi non si esauriscono fra le mura domestiche. Le donne leggono molto di più degli uomini. E questo non può che essere un punto a nostro favore. Le donne amano gli uomini che leggono, ma gli uomini di norma nn amano le donne che leggono..e solo raramente uomini e donne leggono insieme xchè rende selvaggi quasi che la lettura fosse il processo grazie al quale si possono dominare gli istinti , il lato selvaggio della donna.I libri possono essere degli ammaliatori e già DANTE ne era consapevole.Nell’inferno dell DIVINA COMMEDIA incontriamo Paolo e Francesca, avvicinatisi l’un l’altro grazie alla lettura comune di un romanzo d’amore “galeotto fu il libro e chi lo scrisse” e “da quel giorno non leggemmo avante”., è Francesca che parla e questo sembra sottolineare come il legame tra libro e incantesimo dell’amore è qsa di tipicamente femminile, scena rappresenta tante volte quasi ad ammonire le lettrici pazze d’amore , tanto pericolose quanto in pericolo perché questo confonde i sensi e la storia. “ Leggere”, come diceva Proust, “non fornisce risposte, ma risveglia i desideri e questi non si esauriscono fra le mura domestiche Davanti al libro non vi è alcun pudore, per questo spesso le lettrici dei quadri sono raffigurate nude *Chissà se gli uomini capirebbero di più le donne se leggessero Saffo, Virginia Woolf, Carson McCullers o Dorothy Parker così come noi leggiamo Hemingway, Faulkner, Roth, Flaubert e Balzac; magari non cambierebbe niente, ma così, forse, potrebbe succedere anche a loro di rimanere imprigionati in un libro.E a quel punto sì che l’amore diventerebbe pericoloso! "Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere." (Daniel Pennac) Sui roghi dell’Inquisizione andavano in cenere soprattutto donne e libri. E oggi che non si bruciano più né libri né streghe? Com’è cambiata la situazione? Le donne che leggono sono pericolose perché si sono appropriate di conoscenze ed esperienze originariamente non destinate a loro. La logica è banale: chi legge, riflette e chi riflette si fa un’opinione, chi ha una sua opinione si differenzia e, di conseguenza, è un nemico del “sistema”. Questa riflessione fa subito correre il pensiero a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury in cui i pompieri, invece di spegnere gli incendi, li appiccano bruciando proprio i libri, che sono così temuti perché “rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, senza pori, senza peli, inespressive”. Sapete che Il cervello di uno abituato a leggere è diverso da chi assimila i dati come stati di fatto? I romanzi sono una scuola d’eccellenza per scoprire l’animo umano La donna che legge si fa domande e così distrugge delle regole saldamente radicate: la lettura mette in discussione progetti di vita, ma anche la priorità di istanze supreme come Dio, il coniuge, il governo, la chiesa.… La lettura mette le ali alla fantasia , porta fuori dal presente come se fosse qsa di incontrollabile e come una cosa incontrollabile infonde timore. “Le donne che leggono sono pericolose perché nutrono i loro sogni e non c’è nulla di più rivoluzionario di una donna che sogna di cambiare la propria vita: se lo fa, farà la rivoluzione, se non lo fa seminerà il terrore”. Ha fatto scalpore un articolo di Camillo Langone su Libero "Togliete i libri alle donne e torneranno a far figli", dove conclude dicendo che il vero fertilizzante per la ripresa della natalità è la chiusura di qualche facoltà. Le donne che leggono sono pericolose perché non si annoiano mai e qualunque cosa accada hanno sempre un via di fuga: se ne infischiano se le fai troppo soffrire perché loro s’innamorano di un altro libro, di un’altra storia, e ti abbandonano” Noi siamo abituati a dare a parole come "silenzio" e "solitudine" un significato di malinconia, negativo. Nel caso della lettura non è così, al contrario quel silenzio e quella solitudine segnano la condizione orgogliosa dell'essere umano solo con i suoi pensieri, capace di dimenticare per qualche ora "ogni affanno". (Corrado Augias) Il desiderio di andarsene via quatti quatti con un libro sotto braccio nella speranza di trovare u posticino dove poter leggere indisturbati è il sogno ricorrente di molti lettori e lettrici. La donna che legge sta bene anche da sola! E’ una forma di cordiale isolamento, leggendo ci rendiamo inavvicinabili al mondo in modo gentile. Forse è proprio per questo che i pittori sono attratti dalle persone che leggono. Mostrarle in uno stato di profonda intimità che nn +è destinato a chi se ne sta fuori perchè se l’osservatore si avvicinasse realmente questo stato verrebbe momentaneamente minacciato…in questo modo la pittura ci fa vedere ciò che non possiamo realmente vedere se non a prezzo della sua distruzione. Nei dipinti spesso “ donne” e “lettura” sono trattati insieme perchè: a)le donne dovevano distrarsi con q.sa mentre posavano b) ritrarre una lettrice era una sfida perchè dovevano trasparire anche i moti interiori dell’animo attraverso mimica facciale, postura, espressione viso ecc " Leggere è una forma elementare per essere a casa propria dentro di sé" diceva Hegel V. Wolf diceva di creare una stanza tutta per sé, per leggere e scrivere ed essere pienamente liberi, la lettura trasmette sicurezza , una vera e propria conquista di sé, della propria vita, ha in sé qualcosa di anarchico,è un passo verso il lato selvaggio della vita, nella giungla dei sentimenti e nella terra ignota della nostra anima, dopo di chè diventa una necessità interiore della vita che la rende degna di essere vissuta, ha a che fare con l'AUTOSTIMA E si può diffondere nella stanza l'essenza di arancio, un ottimo disintossicante per le emozioni “Le donne che leggono sono pericolose" soprattutto per se stesse. Ci sarà un motivo se la storia dell’umanità ha ritardato la lettura alle donne: la natura sapeva che avrebbe complicato loro la vita. Comunque sia, pazienza: leggere è meraviglioso, è forse l’esperienza più emozionante della vita, quella che ti accompagna più a lungo, dall’infanzia alla morte e d evita la morte a piccole dosi proprio come suggerito da Pablo Neruda nell sua celebre poesia Lentamente muore

LE DONNE CHE LEGGONO SONO CURIOSE

RICOMINCIAMO?

Da quando frequento il mooc di Andreas, mi è tornata la voglia di scrivere sul mio blog..e allora perchè non ricominciare l'avventura?
   si, ma cos'è un "mooc" direte? bene...
I MOOC (massive open online course) sono dei corsi online aperti pensati per una formazione a distanza che coinvolga un numero elevato di utenti. I partecipanti ai corsi provengono da varie aree geografiche e accedono ai contenuti unicamente via web. L'accesso ai corsi non richiede il pagamento di una tassa di iscrizione per accedere ai materiali del corso.
L'acronimo MOOC è stato utilizzato per la prima volta nel 2008 nel corso "Connectivism and Connective Knowledge". I corsi MOOC si sono diffusi su scala mondiale a partire dall'autunno 2011. Nell'autunno 2011 lo Stanford Universityha erogato gratuitamente un corso post laurea di intelligenza artificiale al quale si sono iscritti circa 160.000 studenti provenienti da 190 paesi.
Io sono pronta, tutti a bordo si parteeeee!!!



 

mercoledì 7 novembre 2012

FILO-SO-FARE, IDEE GENERATIVE PER L'INFANZIA E NON SOLO

Mi scuso del lungo silenzio, ma ho preparato la mia tesi di laurea e lunedì 29 ottobre 2012 a Firenze sono diventata Dottoressa in "Metodi e tecnche delle interazioni educative" con il massimo dei voti...quasi non ci credo neanch'io! :)
“Perché scrivi un e-book? “ Questa è la prima domanda che mi viene posta quando mi viene chiesto di raccontare della mia tesi e io non posso che spiegare come, fin dagli inizi, riconoscendo la limitatezza delle proprie capacità cognitive, l’uomo abbia ricercato supporti che permettano l’estroflessione della memoria e la conservazione dei ricordi nel tempo : dalle immagini della caccia sulla pietra, ai papiri egizi, ai codici medioevali su pergamena, alla stampa di Gutemberg fino alla pubblicazione in Rete e ai linguaggi audiovisivi . Il nostro linguaggio oggi è digitale, il supporto è cambiato, o meglio, si è evoluto, ma l’oggetto della transizione è sempre il medesimo: lasciare traccia . L’e-book che ho “composto”, è il mio modo di lasciare traccia del percorso che ho intrapreso in questi tre anni di formazione, per questo ho deciso di pubblicarlo sul mio blog, alla portata di tutti, utilizzando dei tag, ovvero, delle parole significative, con cui possa essere rintracciato. E’ scritto in modalità sinsemica : che significa “sinsemia”? La “sinsemia” è una parola di origine greca che deriva dall’unione di “sin”= ” insieme”,”con” e di “semia”= “segno” e si riferisce alla disposizione spaziale degli elementi nel testo, cioè permette di visualizzare la correlazione tra gli elementi che lo costituiscono e consente una lettura sinottica dei quesiti: la disposizione spaziale, le evidenziature, il colore delle parole, le immagini con valore, già di per sé, polisemico, fungono da link a finestre esterne. Tutto ciò favorisce lo scorrere della narrazione della trama e da, non solo valore conoscitivo, ma anche euristico al testo, cioè permette di fare scoperte e consente di sviluppare dimostrazioni, quindi di giocare un ruolo deduttivo, quasi “maieutico” potremmo dire. L’organizzazione sinsemica della conoscenza è utile per sviluppare e potenziare il pensiero flessibile, facilita il lettore , soprattutto se neofita, nello scorrere della lettura e lo coinvolge permettendogli di attraversare il testo in modo reticolare oltre che lineare, attivando il problem solving.
Mi sono accorta che ho cercato di mantenere con l’e-book la stessa modalità di lavoro che contraddistingue il mio progetto educativo “Socrate, uno di noi” e che tra i due è possibile tracciare un vero e proprio parallelismo: 1) Il fattore” tempo”: nel progetto ho a disposizione solo 2 ore con ogni classe per presentarmi, entrare in empatia con i ragazzi, trasmettere loro dei concetti e valutare il loro apprendimento. Allo stesso modo con l’e-book mi trovo a disposizione solo una quarantina di pagine, poche a dire il vero, con cui stilare delle premesse, sviluppare le tematiche in oggetto e giungere a delle conclusioni. 2) Per riuscire nell’intento, nel progetto didattico cerco di attivare tutti i sensi dei ragazzi per incuriosire e interessare, così da alzare il loro livello attentivo e motivarli ad ascoltarmi fino alla fine: ad es. mi presento vestita da greca, ma subito dopo spengo la luce e proietto loro lo spezzone di un film di Rosselllini degli anni 60 dove Socrate dice di non sapere niente; mentre nell’e-book la modalità sinsemica è di per sé una comunicazione visiva che, insieme ai diversi riferimenti del linguaggio audio-visivo, consente di ancorare alla realtà quotidiana quanto asserito.
3) In entrambi i casi ho dovuto ricorrere a più competenze in contemporanea: nel progetto sono stata attrice, burattinaia, affabulatrice, creatice di un gruppo di lavoro, docente e valutatrice dei concetti trasmessi, nell’e-book , invece, sono stata ideatrice, progettista, assemblatrice, realizzatrice e scolara nei confronti di un linguaggio completamente nuovo per me come quello dell’html, di cui non conoscevo nulla. 4) Faccio largo uso del “dialogo” e non potrebbe essere diversamente visto che sto trattando l’apologia di Socrate: dialogo in modalità sincrona, quando parlo direttamente ai ragazzi o discorro con la mia compagna Elena che mi aiuta nello svolgimento del progetto; mentre dialogo in modalità asincrona quando uso l’e-book, perché si instaura con i miei lettori una conversazione muta, a distanza, che sviluppa in chi legge sia un senso di appartenenza e condivisione , sia di immersione nella trama del mio progetto didattico . L’utilizzo dell’e-book mi ha permesso ,inoltre, di sollecitare la componente emotiva e motivazionale, coinvolgendo il lettore stesso in un ruolo di ” co-autore” del mio testo, con possibilità di commenti e critiche che possano aumentare il testo scritto e questo risultato potevo ottenerlo solo scrivendo un prodotto d multimediale, un e-book , in un divenire che amplia e aumenta il valore di quanto da me raccolto finora . Non solo, ogni lettore è anche co-autore perché interpreta e sottolinea nella trama quello che ha più affinità con le proprie conoscenze, con la propria storia, con il proprio essere e da qui nasce il confronto. 5) La modalità di approccio è divertente e anticonformista: nel progetto uso i burattini . la pila e lo spruzzino per spiegare ai bambini il mito della caverna, li faccio ballare con un video virale che spiega loro il potere di un’idea e ottengo la trasmissione di quanto volevo comunicare; nell’e-book il lettore non solo si avvicina alla lettura di quanto fatto, ma entra in contatto con video, immagini, blog, canale tv da seguire e commentare che lo inducono a riflettere e a ritornare spesso sui concetti espressi. 6) Da ultimo ho notato come in entrambi i casi io abbia proposto un ruolo da protagonisti ai bambini: a conclusione del progetto hanno manipolato del materiale costruendo un artefatto cognitivo da portare a casa come testimonianza del processo di apprendimento, mentre nell’e.book le foto scattate loro hanno la funzione di testimoniare e incuriosire i genitori ad approfondire il percorso filosofico dei figli, partendo dall’occasione di visionare foto che li vede attori principali fino ad arrivare a leggere il progetto nel suo complesso. Due parole sulla scelta dell’argomento…
Oggi è necessario ripensare l’educazione, ovunque si sente parlare di crisi: crisi della famiglia, crisi della scuola, crisi delle istituzioni... nell’e-book ho inserito una breve intervista al prof M. Pollo dove egli traccia le tre motivazioni principali del disagio giovanile, che altro non è se non lo specchio del disagio della nostra società: 1) lo sradicamento dell’orizzonte del trascendentale e dell’etica, 2) la liquefazione dell’aggregazione territoriale a favore di un individualismo esasperato e 3) la sociotemporalità che prende il sopravvento sulla nootemporalità. Qual è la via d’uscita da percorrere in futuro per uscire da questa situazione? La ricetta ce la fornisce un uomo nato più di duemila anni fa, Socrate, insegnandoci a tornare a una sapienza educativa costituita da 3 elementi fondamentali: 1) il dialogo, 2) la scoperta di sé e , conseguentemente, degli altri e 3) il riconoscimento delle giuste regole per partecipare alla vita sociale e, così facendo, riuscire a cambiare quanto è inadeguato alla dignità umana cambiando le regole dall’interno. Utopia? Mah… non per Socrate!
Perché non partire dai bambini per ricostruire le basi della nostra società, i nostri bambini sono il ns futuro e hanno bisogno di un’attenzione particolare, lo sapeva bene anche Bertelli un personaggio che mi ha affascianto tantissimo per il coraggio e la tenacia dimostrata nel perseguire le sue idee. Dal mio punto di vista, Educare è insegnare a filosofare, dove con la parola “filosofare” non si intende trasmettere l’elenco storico dei pensieri e dei filosofi succedutisi nel corso del tempo e nemmeno l’attività di specialisti del pensiero logico, ma si vuole insegnare una scelta critica di uno stile di vita, la filosofia è una metadisciplina, insegna a pensare il pensiero e , pensando, interroga le altre discipline. E’ una forma mentis, per questo il metodo di apprendimento del filosofo, come quello di un bambino, con le sue domande e i suoi perché, rivoluziona le statiche e sterili certezze preconfezionate dalla società , accedendo al mondo del possibile attraverso l’immaginazione, alla ricerca di quella che ho definito la “cultura dello stupore”. Senza curiosità non ci sono domande e senza domande non c’è filosofia. Il mio progetto mira nella sua proposta a sollecitare curiosità e interesse, a divertire e divertendo insegnare anche la filosofia a dei bambini. La filosofia interessa la formazione di ogni studente anche quando questi non proseguirà gli studi in campo filosofico perché aiuta ad acquisire un atteggiamento autonomo di pensiero, di giudizio nei confronti della vita, fa diventare liberi pensatori, coscienti, responsabili, non soggetti passivi e inerti.
Nel progetto ho potuto constatare quanto la comunicazione fra le parti in gioco fosse generativa, dal momento che permetteva la nascita di idee e pensieri in connessione o in contrapposizione con quanto ascoltato, ma in un continuo scambio costruttivo di pensieri nel rispetto dell’altro. Non un semplice esercizio scolastico finalizzato al voto, ma un’apertura indirizzata alla riflessione individuale e collettiva, e questo aiuta a crescere. Ancora oggi l’apologia di Socrate a cui mi sono rifatta per proporre il mio progetto educativo è considerata la magna cartha della paideia…Non male per uno che diceva di non sapere niente… Qui sotto trovate il link per accedere direttamente al mio e-book: https://www.dropbox.com/s/nnlc3pzb6ole0by/tesi%20%28epub%29.epub

mercoledì 21 marzo 2012

Il circo della farfalla


Questo meraviglioso cortometraggio narra la storia di un uomo senza arti , nella commiserazione di sè e nella difficoltà non riesce a vedere il vero valore si sè, finchè un giorno il direttore del circo della Frfalla non lo incontra e cambia le regole del gioco...anche noi spesso non vediamo quale possa essere la trasformazione che possiamo fare e quale sia il nostro vero valore, abbiamo bisogno di qualcuno che dall'esterno ci indichi quale sia il nostro posto.
Ciò che il bruco chiama "fine del mondo" , è la "nascita" per la farfalla...
La vita è un dono misterioso.
Ogni volta che non ci facciamo abbattere dai nostri limiti siamo esempio di speranza per qualcun altro: commovente l'abbraccio tra Will e il bambino disabile e ,sopratutto, il "grazie" reso dalla mamma del piccolo.
Interpretato da Nick Vujicic nel ruolo di Will, l’uomo senza arti che tale è non solo nel film ma anche nella vita, e diretto da Joshua Weigel,2009.
Il circo della farfalla

non utilizza solo il circo e i suoi personaggi per narrare una storia, ma veicola qualcosa di intimamente legato al tendone.
Il signor Méndez è il proprietario di un circo che per caso si ferma in un luna park e visita il padiglione delle mostruosità umane: la donna barbuta, l’uomo tatuato, le gemelle siamesi… ed anche Will, appunto, che se ne sta in mostra e attende che gli amanti dello spettacolo degli orrori sfilino davanti a queste umanità mutilate e deformi.
“Una perversione della natura, un uomo – se così lo si può chiamare – a cui Dio stesso ha voltato le spalle!”, dice chi presenta il macabro show quando apre la tendina che tiene nascosto Will.
Ma qualcosa cambia per un incontro inatteso, quello con il signor Méndez, che guarda Will con occhi diversi. Will prima lo rifiuta e poi lo segue. Pensa che ogni circo sia come quello che ha vissuto fino a quel momento, ma ne conosce un altro, che raggiunge i piccoli paesi con questo messaggio: “signori e signore, ragazzi e ragazze, ciò di cui ha bisogno questo mondo è di un po’ di stupore”.
Il signor Méndez dirige un altro tipo di spettacolo, insomma, porta in pista contorsionisti, giocolieri, acrobati, trapezisti, l’uomo forzuto, la regina dell’aria. Artisti che si “muovono pieni di forza, colore ed eleganza”, qualcosa di “sbalorditivo”.
A contatto con loro Will rinasce, sfidato da una frase che Méndez gli scaraventa addosso all’improvviso: “Se solo tu potessi vedere la bellezza che può nascere dalle ceneri”. Ma " loro sono diversi da me", ribatte Will guardando gli artisti che si muovono con le loro gambe e afferrano funi e clave con le loro mani. “Un vantaggio ce l’hai – è la risposta di Méndez – più grande è la lotta e più glorioso il trionfo”.
Questa sembra la legge più profonda della vita.
Al circo, grazie all’arte della pista e alla umanità che sprigiona dalla compagnia di Méndez, anch’essa opera d’arte, Will subisce la metamorfosi da bruco a farfalla e spicca il volo. C’è molto realismo nella storia: Will nel circo del signor Méndez ha comunque un ruolo legato alla sua condizione umana, si getta da molto in alto in una vasca d’acqua e riemerge fra gli applausi, adesso Will mostra il meglio di sé, e il pubblico è testimone di “un’anima coraggiosa mentre imbroglia la morte".
Mi piace molto anche il commento che fa Antonio Socci del cortometraggio.

giovedì 16 febbraio 2012

Diritto d'autore e diritto del lettore

In questo periodo ho il pallino dell'e-book perchè mi piacerebbe trasformare le mia tesi di laurea in un "tomo digitale" quindi, come ho già scritto in risposta a un post di Andreas, quasi affetta da sindrome del “presunto creatore compulsivamente possessivo" mi sono adoperata per cercare di tutelare le mie fatiche, ma forse il problema è un altro...
Esiste un sistema chiamato Digital Right Managment che tutela l'uso che viene fatto del libro digitale, perchè se acquisto un libro cartaceo, come legittimo proprietario, posso farne ciò che voglio( regalarlo, rivenderlo o prestarlo ad esempio), mentre con un e-book l'acquirente entra in possesso di una sorta di licenza che ne determina gli usi possibili e che può essere orientata alla libertà assoluta(condivisione file, stampa, possibilità di copiarne una o più sezioni...) o a quella più limitativa(impossibilità di copiare il testo , vincolo alla sua fruizione su uno specifico device, ecc).
Mi ricordo di un mio amico che aveva acquistato una copia del libro di Orwell "1984" vedendoselo inspiegabilmente sparire dal proprio reader Kindle,

scoprendo poi che il tutto era avvenuto per una controversia tra Amazon e un editore che pur senza detenerne i diritti li aveva messi in vendita nel famoso portale, costretto a cancellare anche da remoto i testi a chi li aveva già acquistati.Il mio amico è stato risarcito dei soldi che aveva speso, ma non della spiacevole sensazione di avere comprato una cosa che poi si dissolve.
Ecco che questo è proprio uno dei pericoli della tecnologia del cloud computing, un sistema che prevede una distribuzione di servizi e di funzionalità che risiedono sempre e più spesso sui server- definiti cloud- invece che nei singoli computer connessi in Rete.Questa tecnologia sta trasformando il modo di concepire la lettura: godendo più che del possesso del libro vero e proprio, dell'accesso distribuito e localizzato in dispositivi diversi;questo a patto che si riesca a trovare una forma di garanzia per i dati salvati nella nuvola, come dimostrano i recenti casi di Megavideo e Megaupload e quello di Amazon sopracitato.
Altro punto da rilevare è il formato con cui questi libri digitali vengono prodotti:
si è partiti con formati proprietari, cioè non trasportabili su altri device, mentre oggi la tendenza è quella di usare formati aperti come e-pub , promosso dall'International Digital Publishing Forum.
A conclusione di tutto ciò avrei quasi deciso di pubblicare da sola il mio tomo/tesi in formato e-pub, più che presentarlo in una casa editrice...vedremo..

venerdì 10 febbraio 2012

Perchè suona ancora la campanella?

La scuola come l’abbiamo sempre conosciuta è l’unica possibile?

Le campanelle, i voti, le gite, lo stare seduti per ore e ore dietro un banco per dieci, quindici, vent’anni… Siamo proprio sicuri che sia il modo migliore per imparare? Perché non provare a rimescolare le carte?
La centralità degli studenti necessita di percorsi rallentati e, soprattutto, di uno spazio ben più ampio da conferire all’ambito affettivo-relazionale. La scuola odierna, riflettendo le tendenze di buona parte della società umana, è centrata sul mito della velocità, dell’accelerazione e della competizione, come criterio di selezione al quale i bambini vengono educati fin dai primi anni di vita. Siamo nell'epoca del tempo senza attesa. Questo ha delle ripercussioni incredibili nel nostro "modo di vivere". Non abbiamo cioè più il tempo di "attendere",vogliamo "tutto e subito. in tempo reale.

” È necessario intraprendere un nuovo itinerario educativo. Genitori, insegnanti e tutti coloro che ruotano attorno al mondo della scuola, sono stimolati dalle suggestioni offerte dalla pedagogia della lumaca e possono ricominciare a riflettere sul senso del tempo educativo e sulla necessità di adottare strategie didattiche di rallentamento, per una scuola lenta e nonviolenta.” Da La pedagogia della lumaca di G. Zavalloni.



Ma come nella scuola del futuro bisogna rallentare? Con quale logica? Quando per l’accelerazione del cambiamento i due compiti della scuola quello della trasmissione del sapere e quello della preparazione all'ingresso nell'ingresso del mondo degli adulti entrano in conflitto tra loro, la scuola inevitabilmente sceglie il primo e rinuncia al secondo. La scuola ha un vero e proprio problema con il cambiamento.


La scuola è diventato l’ambiente più conservatore. Invasa dai nuovi strumenti tecnologici, relegati, come abbiamo detto, in stanze lontane dalle aule scolastiche, continua a lavorare secondo i programmi più tradizionali. Sembra non rendersi conto della rivoluzione in atto, più radicale probabilmente di quella dell’invenzione della stampa.
La scuola appare fondata sulla frattura fra lezioni e vita reale.
Oggi i ragazzi fanno fatica e non comprendono quale sia l’incidenza – e, dunque, l’importanza – della formazione scolastica per il loro futuro! Per questo dobbiamo rallentare e reinsegnare loro il senso e il piacere di quello che fanno, ma questo non preclude la possibilità di inglobare appieno l’immenso patrimonio di risorse e possibilità nate con l’introduzione delle nuove tecnologie nella didattica scolastica, perché consentono interattivià con sussidi didattici e tecnologici e permettono al docente di svolgere una funzione diversa rispetto a quella tradizionalmente esercitata.Ma se le nuove tecnologie non portano a una rivoluzione di ruoli , tempistiche e spazi, la loro funzione è sminuita e limitata.
L'ambiente scolastico, inoltre, deve insegnare a sviluppare l'intelligenza, quella facoltà mentale che consente ad un soggetto di interagire e di comprendere la realtà, le idee e il linguaggio, di ragionare, di apprendere, di pianificare e di effettuare efficacemente il problem solving, per rendere il soggetto capace di condurre un'esistenza autonoma, responsabile e soddisfacente.
Lo psicologo statunitense Howard Gardner distingue ben 9 tipi fondamentali di intelligenza, localizzati in parti differenti del cervello:
* Intelligenza Linguistica: è l'intelligenza legata alla capacità di utilizzare un vocabolario chiaro ed efficace. Chi la possiede solitamente sa variare il suo registro linguistico in base alle necessità ed ha la tendenza a riflettere sul linguaggio. Propria dei linguisti e degli scrittori.
*Intelligenza Logico-Matematica: È l'intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la schematizzazione e le catene logiche. Comune nei matematici, e in generale in chi si occupa della scienza o delle sue modalità applicative (ingegneria, tecnologia etc.)
* Intelligenza Spaziale: concerne la capacità di percepire forme ed oggetti nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristiche esteriori delle figure, sa orientarsi in luoghi intricati e riconosce oggetti tridimensionali in base a schemi mentali piuttosto complessi. Questa forma dell' intelligenza si manifesta essenzialmente nella creazione di arti figurative.
* Intelligenza Corporeo-Cinestesica: Chi la possiede ha una padronanza del corpo che gli permette di coordinare bene i movimenti. In generale si può riferire a chi fa un uso creativo del corpo, come i ginnasti e i ballerini.
*Intelligenza Musicale: È la capacità di riconoscere l'altezza dei suoni, le costruzioni armoniche e contrappuntistiche. Chi ne è dotato solitamente ha uno spiccato talento per l'uso di uno o più strumenti musicali, o per la modulazione canora della propria voce.
* Intelligenza Interpersonale: Riguarda la capacità di comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere modelli sociali e personali vantaggiosi. Si può riscontrare specificamente nei politici e negli psicologi, più genericamente in quanti possiedono spiccata empatia e abilità di interazione sociale.
* Intelligenza Intrapersonale: riguarda la capacità di comprendere la propria individualità, di saperla inserire nel contesto sociale per ottenere risultati migliori nella vita personale, e anche di sapersi immedesimare in personalità diverse dalla propria. E' considerata da Gardner una "fase" speculare dell' intelligenza interpersonale, laddove quest' ultima rappresenta la fase estrospettiva.
* Intelligenza Naturalistica: consiste nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi. Alcuni gruppi umani che vivono in uno stadio ancora "primitivo", come le tribù aborigene di raccoglitori-cacciatori, mostrano una grande capacità nel sapersi orientare nell' ambiente naturale riconoscendone anche i minimi dettagli.
*Intelligenza Esistenziale o Teoretica: rappresenta la capacità di riflettere consapevolmente sui grandi temi della speculazione teoretica, come la natura dell'universo e la coscienza umana, e di ricavare da sofisticati processi di astrazione delle categorie concettuali che possano essere valide universalmente. Questo tipo di intelligenza è maggiormente posseduta dai filosofi, e in una certa misura dai fisici.


Io partirei da qui: la scuola del futuro deve essere in grado di sviluppare ognuna di queste intelligenze proprie dell’uomo e di individuare in ogni persona quella prevalente, "scoprire i talenti" di ognuno.
Strutturalmente la mia scuola ideale dovrebbe essere formata almeno da 9 aule magne, una per ogni area di apprendimento segnalata dalle intelligenze di Gardner inglobate in un grande spazio ricreativo per studenti e insegnanti, sia al coperto, che all’ esterno, uno spazio ben costruito, luminoso, colorato, stimolante.
Le aule completamente dotate di dispositivi multimediali, accesso libero al wii-fi e al sistema di cloud computing della scuola per condividere con gli altri i propri progressi attraverso i forum e le chat, sono costruite grandi, "magne", così da permettere sia il lavoro in equipe tra i ragazzi, sia un ascolto corale della materia in oggetto, progettate secondo forme geometriche,con colori e materiali diversi che le possano contraddistinguere e caratterizzare: ad esempio l’aula deputata alla crescita dell’"intelligenza esistenziale" dove verrebbe insegnata filosofia, religione o psicologia, potrebbe essere circolare (per ricordare l’infinito), di colore viola (perché questo è il colore nato dall’incontro tra il terreno - rosso- e il divino- blu-), con morbide poltroncine mobili e pouf ,da sistemare a seconda della richiesta includendo anche la postazione del docente nella circolarità della classe.Ogni aula dovrebbe avere alcuni tavoli da lavoro addossati alle pareti per eventuali lavori non supportabili attraverso PC e dovrebbe essere dotata di uno spazio espositivo dei lavori eseguiti dagli studenti,

memoria di quanto fatto e stimolo a procedere. Tutto ciò potrebbe significare la fine della "classe" così come oggi la intendiamo: non più una cattedra su cui uno si eleva sugli altri davanti a un ammasso di banchi e computer isolati dentro una stanza, ma pc utilizzabili in ogni luogo della scuola. Circolarità di persone e quindi circolarità di idee, che portano a una crescita globale della persona e della comunità.
Le LIM , presenti in più esemplari in ogni aula, potrebbero finalmente emergere dal ruolo di semplice proiettore su grande schermo, come spesso vengono ancora usate oggi, e arrivare a offrirsi ad un ambiente sociale per proporre contenuti aperti alla mediazione del docente, permettere l’accesso a una realtà esterna alla classe e aprire la possibilità di visualizzare e analizzare informazioni, documenti , esperienze e testimonianze finora appiattite su riproduzioni cartacee o raccontate attraverso il linguaggio verbale.

“La LIM in classe consente un’estensione degli spazi interiori, arricchita dalle possibilità offerte ai nuovi linguaggi rispetto ai diversi stili cognitivi dei ragazzi, ma può divenire un evento collettivo che coinvolge la classe intera” da Tecnologie per la didattica di M. Faggioli.
Compito della scuola e’ preparare i giovani alla societa’ in cui vivranno, in modo che essi siano prima di tutto in grado di capire quella societa’ e poi di contribuire al suo cambiamento. Le societa’ umane non sono tutte uguali, sono diverse a seconda dei tempi e dei luoghi, e soprattutto cambiano nel tempo. Percio’ le diverse societa’ richiedono conoscenze, comportamenti e valori diversi nelle persone che debbono vivere in esse. Quello che ci si aspetta dalla scuola e’ che dia ai giovani le conoscenze, le abilita’ e anche i valori appropriati alla societa’ in cui vivranno da adulti, quindi è fondamentale che imparino a gestire al meglio le risorse derivanti dalle nuove tecnologie, perchè vivranno sempre più in un mondo intriso di tecnologia e sempre più volto al sociale,alla condivisione e alla velocità.Ma se non saranno in grado di gestire questi cambiamenti,nè resteranno schiacciati: le nuove tecnologie sono come i Venti Atlantici di Cristoforo Colombo, capaci con la loro forza di portare il navigatore dall'altra parte del mondo, ma anche di farlo naufragare senza le corrette dinamiche.Come scegliere la rotta? Avendo ben presente che ogni individuo è un insieme di testa, cuore e anima, quindi andando a intervenire in tre ambiti differenti e delicati della persona umana.Interventi didattici non possono limitarsi all'acquisizione di nozioni, ma devono orientarsi anche alla trasmissione di valori che possano rendere appagante il percorso di crescita, di abilità che aiutino concretamente l'individuo a progredire autonomamente e responsabilmente nel suo cammino :per questo motivo i laboratori

e gli stage frequenti all'esterno della struttura scolastica diverranno imprescindibili nel curriculum didattico, un long life learning, non una semplice scuola dell'obbligo per ogni persona.Forse nella scuola del futuro questi obiettivi saranno effettivamente raggiunti e non resteranno semplicemente a livello utopico, poichè la scuola diverrà a pieno titolo formatrice di persona preparate ad affrontare la società.
Se andiamo avanti a rimescolare le carte,nella scuola 2.0 il libro non esisterà più. Non servirà più.
Non su formato cartaceo per lo meno,poichè saranno scarcabili gratuitamente dalla Rete sul proprio tablet in formato multimediale,simili a questo esempio fornito dalla Khana Academy : "Smarthistory"

Le informazioni significative saranno scelte individualmente dagli studenti che, guidati dai professori, collegheranno a piacere varie fonti, in modo da delineare un arazzo dettagliato e appassionante della materia che stanno studiando. Verranno premiati i collegamenti e le condivisioni migliori, così da promuovere un lavoro collettivo. Già adesso usiamo questo sistema quando navighiamo in rete. Saltando da un link all’altro, e così il tempo vola. Pensiamo cosa significherebbe riuscire ad entusiasmare lo studente nella stessa maniera, anche quando esegue una ricerca sulla biologia molecolare e magari consolidando questo genere di nozioni facendo imparare, attraverso un laboratorio di cucina, come ,

in ambito applicativo, i principi propugnati dalla gastronomia molecolare abbiano portato all'invenzione e alla sperimentazione di nuove modalità di preparazione, cottura, abbinamento e presentazione dei cibi: ad esempio,il congelamento attraverso l'azoto liquido, l'uso alimentare del tabacco, la "frittura" nello zucchero, l'uso del vuoto spinto per la preparazione di mousse e meringhe. Questa sarebbe la grande rivoluzione della scuola:apprendimento formale con le nuove tecnologie, mediazione dell'insegnante e laboratori "sorprendenti" che incrementino le conoscenze attraverso l'informale,causa dell'80% di ciò che conosciamo: uno scambio continuo tra docente e discente, tra personale e pubblico tra individuale e sociale, modulato attraverso docenti preparati, aggiornati e ,soprattutto, avvezzi a lavorare in sinergia con i colleghi.Il processo di costruzione del sapere, più che il prodotto finale deve essere la chiave di volta dell'intervento didattico della scuola. Riscoprire la qualità di quanto appreso, sciogliendo dai legami dell'attestato di frequenza i ragazzi o chi riprende studi, corsi di aggiornamento o specializzazioni in qualsiasi fascia d'età.
Sarebbe auspicabile che nascessero libri creati direttamente dagli studenti, esempio tangibile di apprendimento e progettazione individualizzata.



Anche i compiti potrebbero essere sistematicamente svolti in digitale e postati direttamente sul forum della classe o messi come post sul blog del docente di turno, questo risparmio di tempo potrebbe essere convertito in laboratori diretti a costruire artefatti- anche cognitivi- di consolidamento per quanto appreso. Laboratori teatrali per religione o storia,corsi di arti marziali per filosofia, giardinaggio ed economia domestica per l'apprendimento nello sviluppo delle intelligenze naturali,giochi di società in lingua straniera,scacchi per l'intelligenza matematica e così via, poichè l'apprendimento informale non è meno importante e significativo di quello formale. Ogni due mesi dedicherei una settimana all’apprendimento non- formale attraverso stage presso aziende o enti sociali, per ridurre da subito il divario tra ciò che si impara a scuola e ciò che richiede il mondo del lavoro, che è sempre in trasformazione. Ad esempio, si potrebbe proporre il servizio ai tavoli di bar o ristoranti per ragazzi che studiano psicologia o anche semplicemente del volontariato in strutture associate.

Il tempo dedicato ai singoli insegnamenti sarebbe equivalente, senza materie prevalenti, poiché tutto ha pari dignità e concorre alla formazione di una persona nella sua globalità. L’orario diventerebbe per forza lungo con tutti i pomeriggi, ma completo e dinamico nella sua proposta formativa.

E in tutto questo il ruolo dell´insegnante non perde di valore; al contrario, il docente rimane una forza e una guida stabile per aiutare i giovani a muoversi dentro la giungla dell´apprendimento, un regista vero e proprio di Instructional Design, capace di rinnovarsi,disposto a imparare dai propri allievi,a scambiare esperienze con i colleghi e a progettare nuovi orizzonti, ma soprattutto una persona in grado di guardare negli occhi i suoi allievi e capire quale marcia mettere, in quale momento accellerare, quando fermarsi.
Mi diverte la proposta della Corea del Sud di investire miliardi in robot insegnanti,onniscenti, pazienti,ripetitivi e ...finti. Credo che il ruolo del docente sia intoccabile e di grande rilievo nella formazione di qualsiasi studente.
Le nella scuola del futuro ore non saranno più scandite dal suono della campanella, ma dal susseguirsi di laboratori, discussioni e spiegazioni veicolate anche attraverso podcast in treno, bus al parco,Learning Objects, non semplici lezioni frontali . I ragazzi diventano protagonisti e co-costruttori del proprio sapere, coinvolti in un percorso di scoperta continua in grado di entusiasmarli e di renderli autonomi nella gestione dell’ approvigionamento al proprio sapere. (Ausubel)
Allo stato attuale gli studenti si recano giornalmente a scuola ,per anni, ma questo potrebbe non essere più necessario nel futuro quotidiano, alternando giorni di presenza effettiva negli edifici scolastici a giorni di apprendimento a distanza attraverso videoconferenze o ambienti sincroni davanti al proprio personal computer entro le mura domestiche, come accade già con la Khan Accademy, ovvero utilizzando agenzie formative anche esterne al circuito scolastico precostituito,oppure attraverso ambienti immersivi come quello di "Second life", dove con il prorio avatar diventerebbe possibile assistere a lezioni, partecipare ad eventi, sperimentare situazioni difficilmente proponibili per costi o tempistiche in un'aula normale.
La convergenza al digitale permetterebbe di visionare i file preparati dal docente in classe anche su dispositivi personali come tablet o smartphone o su piattaforme on line e quindi fruibili in modalità asincrona sia dai ragazzi che da altri docenti intenzionati a perfezionare, confrontare o integrare il proprio lavoro;si potrebbero sfruttare i tempi morti di ognuno di noi per apprendere, in assoluta libertà e autonomia, come ,ad esempio, ascoltasndo un podcast durante il tragitto in bus da scuola a casa o di ritorno dal lavoro mentre si guida la macchina.
Anche nei giorni di frequenza scolastica non è difficile immaginare ogni studente con il proprio computer sotto braccio, sempre online, invece che con la propria cartella piena di libri e quaderni,con un portfolio digitale testimone della propria crescita e tanta voglia di fare